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“Pezzi Unici” alla Galleria Gallerati

Giovedì 8 marzo 2012 alle ore 19.00 ha inaugurato inaugura alla Galleria Gallerati di Roma la mostra collettiva di fotografia Pezzi Unici, un progetto ideato da Car lo Gal lerati e curato da Noemi Pit taluga.
In mostra opere di Cristina Altieri , Carmine Ar rivo, Francesco Belli , Andrea Buia, Agostino Cernilli , Daniele Cinci ripini , Armando Corsi , David D’Amore, Anna Maria De Antoniis, Marcello Di Donato, Stefano Esposito, Carlo Gallerati , Gianfranco Gallucci , Fabrizio Intonti, Susan Kammerer , Wai Kit Lam, Alan Marcheselli, Gerardo Mitola, Vincenzo Monticel li Cuggiò, Enrico Nicolò, Patrizia Nicolosi , Novella Oliana, Carmen Palermo, Valentina Parisi , Bruno Par retti, Alberto Placidoli , Renata Romagnoli , Hugues Roussel , Franziska Rut z, Fabio Viscardi.
“L’intento della mostra collettiva è quello di presentare alcuni lavori ottenuti attraverso procedimenti in tutto o in parte fotografici e concepiti come opere singole. Pezzi Unici è una delle possibili risposte a coloro che ancora stentano a riconoscere la fotografia come una tecnica artistica. Ciascun autore invitato a esporre, dichiarando l’unicità della propria opera, non nega la fattuale riproducibilità all’infinito del medium, ma si pone, vietandola a se stesso, nell’àmbito culturale consuetamente riservato alla pittura, alla scultura, al disegno e alle altre forme espressive tradizionali. Si ambisce quindi a innescare nello spettatore una riflessione che lo porti a cogliere pienamente la natura artistica di un oggetto fotografico d’autore. La copia unica è così un espediente per ricondurre l’attenzione verso l’assoluta irripetibilità dello sguardo, nell’hic et nunc dello scatto del fotografo e del pensiero d’artista che l’accompagna.” (Noemi Pittaluga)
“La pittura e la scultura non si sono certo estinte e nessuno si sogna di mettere in discussione la loro nobiltà, ma essere prevenuti verso tecniche espressive nuove solo perché si servono di mezzi più sofisticati è un chiaro segno di scarsa apertura mentale. P.F.: Tu noti che questo tipo di diffidenza continua a prevalere? C.G.: Purtroppo sì, nonostante apprezzabili segni di cambiamento siamo ancora molto indietro. La stragrande maggioranza delle persone continua a pensare alla fotografia soltanto come a un arido sistema per riprodurre fedelmente la realtà visibile; e invece si dovrebbe finalmente cominciare tutti a guardare un’immagine fotografica come un’opera visiva in sé, senza vincolare il giudizio sulla
sua artisticità allo strumento con cui è stata prodotta. Questo atteggiamento varrebbe in realtà per tutti i risultati della creatività umana: un quadro a olio su tela, un affresco o una statua di marmo non sono opere d’arte per il semplice motivo di essere fatte ‘a mano’; e così una singola fotografia non è necessariamente meno artistica di un collage di foto, o anche di un dipinto o di un bassorilievo, solo in considerazione del minor tempo e della minore applicazione artigianale necessari per produrla. Quelli della manualità o non manualità sono argomenti fin troppo oziosi e quanto mai inefficaci per escludere a priori il potenziale valore artistico di un oggetto. È ovvio che questo gli addetti ai lavori lo sanno perfettamente:
a non saperlo è il pubblico, e infatti un pubblico della fotografia quasi non esiste; almeno in Italia ancora non se ne può parlare: pochissimi collezionisti, pochissimi mecenati, pochissime istituzioni disposte a investire, ma anche pochissimi galleristi con mentalità imprenditoriale. P.F.: Del resto la fotografia non è più neanche recentissima tra le tecniche moderne applicate a fini estetici. C.G.: Infatti. Per rendersene conto basta rivedere attentamente alcuni film stranieri degli anni Cinquanta o Sessanta: già allora v’era oltreoceano qualcuno che sceglieva di arredare le pareti del proprio appartamento con stampe fotografiche d’autore. Da noi però è molto diverso. E non è necessario guardare solo all’esempio
statunitense; certo, lì succede tutto molto prima (nel bene e nel male, ovviamente) ma nei settori della cultura e dell’arte anche la Gran Bretagna, la Scandinavia e molti paesi della Mitteleuropa viaggiano anni luce avanti a noi.” (da ‘Fotografie senza frontiere’, intervista di Pierfrancesco Fimiani a Carlo Gallerati, in Urbs, Civitas, Sanctitas, Roma, Banca di Credito Cooperativo, 2003)
Pezzi Unici
A cura di Noemi Pittaluga
Galleria Gallerati (Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – Mob. +39.347.7900049)
Inaugurazione: giovedì 8 marzo 2012, ore 19.00-22.00
Fino a venerdì 30 marzo 2012 (ingresso libero)
Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento
Mezzi pubblici: bus: 61, 62, 93, 310; metro: linea B, fermata Bologna (da P.zza Bologna: 400 m lungo Via Livorno o Via
Michele di Lando)
Ufficio stampa: Galleria Gallerati
Informazioni: info@galleriagallerati.it, http://www.galleriagallerati.it
Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – info@galleriagallerati.ithttp://www.galleriagallerati .i t

Pezzi Unici
8 – 30 marzo 2012
Inaugurazione: giovedì 8 marzo 2012, ore 19.00-22.00

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