La recente mostra sullo statunitense Edward Hopper presso la Fondazione Roma Arte Musei è stata un successo di pubblico e di critica. Adesso è la volta di Georgia O’Keeffe per una mostra inaugurata ad ottobre che sarà aperta fino al 22 gennaio del 2012. La retrospettiva racconta la O’Keeffe attraverso la presentazione di diversi capolavori dell’artista scomparsa nel 1986 all’età di 98 anni.
Le sue prime creazioni che risalgono agli anni dieci sono caratterizzate da un astrattismo lirico creato da armoniose linee, figure e colori; queste opere, principalmente facenti parte di lavori seriali di illustrazioni a carboncino e acquerelli, sono fra le più innovative di tutta l’arte statunitense del periodo. Negli anni venti abbandonò la tecnica dell’acquerello per realizzare pitture a olio di grande formato con forme naturali e architettoniche in primo piano ispirate agli edifici di New York, come viste tramite una lente d’ingrandimento. E sono forse queste le opere più conosciute dal pubblico.
Queste opere contribuirono al suo successo, tanto che alla metà degli anni venti era considerata una delle artiste più importanti d’America.
A partire dal 1929 passò diversi mesi dell’anno nel Nuovo Messico, dipingendo alcune delle sue creazioni più famose in cui sintetizza l’astrazione con la rappresentazione di fiori e paesaggi tipici della zona, per lo più colline desertiche disseminate di rocce, conchiglie e ossa animali. I contorni sono increspati, con sottili transizioni tonali di colori che variano fino a trasformare il soggetto in potenti immagini astratte, talvolta trasfigurate in senso erotico.
Durante gli anni Cinquanta produsse una serie di pitture con forme architettoniche ispirate alla sua casa nel Nuovo Messico e una vasta serie di pitture di nuvole come viste dai finestrini di un aeroplano. Il 10 gennaio 1977 il Presidente Gerald Ford l’ha insignita della prestigiosa onorificenza statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà.
(Alessandra M.)
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